Ancora una volta si sta manifestando un inspiegabile mancanza di analisi preventiva delle conseguenze di una progettazione energetica non coerente e poco attenta agli scenari che potrebbero verificarsi nell' implementazione di nuovi impianti per la produzione di energia elettrica rispetto agli squilibri energetici che si manifestano nella gestione delle reti elettriche e degli impianti esistenti.
In Europa assistiamo oggi ai casi Francia e Germania.
In Francia e in altri Paesi europei, la combinazione di produzione di energia elettrica da fonte nucleare, poco flessibile, e quella fotovoltaica, non programmabile, sta creando gravi squilibri nelle reti elettriche. L'operatore francese RTE ha dovuto adottare misure straordinarie per gestire l'eccesso di produzione, tra cui tagli alla generazione rinnovabile e pagamenti elevati per esportare energia verso Paesi vicini. In alcuni casi, i costi hanno superato i 12.000 euro per megawattora, cifre ben al di sopra dei prezzi di mercato.
Anche la Germania ha affrontato problemi simili durante le vacanze pasquali del 2024, quando picchi di produzione solare (30 GW) si sono scontrati con una domanda ridotta (40 GW), rischiando blackout senza l'intervento dei gestori di rete.
Il conflitto tra nucleare e rinnovabili
Il nucleare, che in Francia copre oltre il 65% della produzione elettrica, è una fonte rigida, incapace di adattarsi rapidamente alle fluttuazioni della domanda. Questo crea squilibri nelle ore centrali della giornata, quando il fotovoltaico produce al massimo.
Bruno Burger, ricercatore del Fraunhofer-Institute, ha commentato: "L’energia nucleare e le rinnovabili non vanno d’accordo. In Francia, il solare viene ridotto quasi quotidianamente perché le centrali nucleari non riescono a modulare la produzione."
Intanto, la Francia ha aumentato la capacità fotovoltaica a 24,5 GW, ma l'incapacità del nucleare di adattarsi sta creando un "tappo" che limita l'integrazione delle rinnovabili.
Prezzi negativi e costi nascosti
L'eccesso di produzione ha portato a prezzi negativi dell'elettricità, con i produttori costretti a pagare per immettere energia in rete. Inoltre, i gestori di rete devono compensare gli operatori rinnovabili per i tagli imposti, con costi che ricadono sulle bollette dei consumatori.
In Germania, una nuova legge riduce i sussidi al fotovoltaico durante i picchi, ma gli impianti esistenti continuano a produrre senza vincoli, aggravando il problema.
La soluzione: reti intelligenti e flessibilità
Per affrontare queste criticità, l'Europa deve puntare su:
1. Accumuli di energia: batterie e sistemi di stoccaggio per bilanciare produzione e domanda.
2. Prezzi dinamici: tariffe che riflettano la disponibilità effettiva di energia.
3. Partecipazione attiva dei consumatori: modelli che incentivino l'uso dell'energia nelle ore di minor congestione.
4. Miglior coordinamento tra Paesi: ottimizzare gli scambi transfrontalieri per evitare sprechi.
Un problema globale
La congestione delle reti non è solo europea. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA), il 20% dei progetti globali di centri dati rischia ritardi a causa della mancanza di capacità delle reti. In Paesi come Irlanda e Germania, i tempi di attesa per nuove connessioni possono arrivare a 10 anni.
In conclusione l'Europa sta producendo più energia pulita, ma senza reti adeguate e politiche chiare, il rischio è di sprecare risorse e aumentare i costi per i cittadini. Servono investimenti urgenti in infrastrutture e tecnologie flessibili per garantire un futuro energetico stabile e sostenibile.
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