L’Italia ha raggiunto 74.303 MW di potenza rinnovabile installata nel 2024 (+7.478 MW rispetto al 2023), coprendo il 41,1% del fabbisogno energetico nazionale. Tuttavia, questo rappresenta solo il 22,1% dell’obiettivo 2030(80.001 MW), con un ritardo stimato di 8,1 anni. Per rispettare gli impegni climatici, servono 62.284 MW aggiuntivi entro il 2030, equivalenti a 10.380 MW/anno, quindi dovremmo accelerare le installazioni nel 2025 e mantenere il valore di 10 MW/anno installati per i prossimi 5 anni.
Gli ostacoli presenti, che si oppongono al raggiungimento di tale target sono diversi e, in particolare, le principali criticità le possiamo riassumere così:
1. Normative contraddittorie
- Il Decreto Aree Idonee lascia troppa discrezionalità alle Regioni, mentre il *Decreto Agricoltura non distingue tra fotovoltaico a terra e agrivoltaico, limitando gli agricoltori.
- Il Testo Unico Ambiente complica gli iter autorizzativi, scaricando responsabilità sui Comuni.
2. Opposizioni locali (NIMBY e NIMTO)
- Sardegna e Toscana hanno bloccato il 99% e il 70% del territorio, rispettivamente, alle rinnovabili.
- Veneto e Piemonte registrano forti resistenze a progetti eolici e agrivoltaici, spesso basate su allarmismi o fake news.
- Calabria, Sicilia e Molise affrontano opposizioni ideologiche, con petizioni e vandalismi.
3. Lentezze burocratiche:
- 1.729 progetti sono in attesa di valutazione, con ritardi fino a 5 anni.
- 115 progetti bloccati in attesa della Presidenza del Consiglio e 85 progetti in attesa del Ministero della Cultura.
4. Impatto climatico ignorato:
- Dal 2015, l’Italia ha subito 2.098 eventi estremi(es. alluvioni in Emilia-Romagna e siccità in Sicilia), ma le rinnovabili sono ancora percepite come una minaccia al paesaggio.
Casi regionali emblematici
- Piemonte: Blocco di un parco eolico da 124 MW in Val Borbera per "tutela del paesaggio".
- Veneto: Opposizioni all’agrivoltaico a Mogliano Veneto, nonostante l’approvazione regionale.
- Toscana: Progetti fotovoltaici respinti a Capalbio e Casole d’Elsa per presunti danni al turismo.
- Sardegna: Legge regionale impugnata dal Governo per divieti eccessivi; atti vandalici contro impianti.
- Calabria: Proteste contro l’eolico offshore "Enotria" (555 MW), ritenuto una minaccia al turismo.
Di contro esistono dei casi positivi che sono un spiraglio per poter raggiungere gli obiettivi futuri.
- Toscana: Sblocco dell’eolico a Monte Glogo di Villore dopo anni di opposizioni.
- Campania: Autorizzazione di 3 parchi eolici a San Bartolomeo in Galdo.
- Basilicata: Semplificazione delle procedure autorizzative per progetti in VIA.
In questo contesto le proposte migliorative, portate avanti da Legambiente, sono abbastanza trasversali sui blocchi su indicati
1. Snellire gli iter burocratici: Potenziare la Commissione PNRR-PNIEC e gli uffici regionali.
2. Rivedere i decreti: Chiarire criteri per aree idonee e agrivoltaico, eliminando limiti arbitrari.
3. Promuovere l’agrivoltaico: Consentirlo su terreni agricoli marginali, con piani agronomici.
4. Prezzo zonale dell’energia: Eliminare il prezzo unico nazionale per premiare le Regioni virtuose.
5. Sensibilizzazione: Campagne informative su benefici climatici ed economici delle rinnovabili.
---
In conclusione le Regioni in maggior ritardo sono: Valle d’Aosta (-44,7 anni), Molise (-29,3), Calabria (-22,9), Sardegna (-20,9).
Mentre le regioni virtuose si sono dimostrate essere: Lazio (+39,9% dell’obiettivo 2030), Trentino-Alto Adige (+33,9%), Lombardia (+28,6%).
Dalla fotografia di Legambiente è chiaro che l'Italia rischia di mancare gli obiettivi climatici senza un cambio di passo nelle politiche energetiche, nella governance e nell’accettazione sociale delle rinnovabili.
Fonte dati rapporto Legambiente link
Commenti
Posta un commento