Inquinamento e Global Warming
Veicolo elettrco VS veicolo a
combutione interna
Il riscaldamento globale e l’inquinamento ambientale sono argomenti
all'ordine del giorno. Chiunque si cimenta nella valutazione delle scelte tecnologiche,
politiche e di massa, esprimendo il proprio parere e punto di vista su tematiche
complesse quali sono i trasporti, l’industria, l’energia e quant’altro risulti
essere per l’opinione pubblica il responsabile di un riscaldamento globale, che ancora
non ha trovato un’unanimità sulle vere cause ad esso associate e che spesso
viene confuso con questioni metereologiche più che climatiche.
Proprio nel settore dei trasporti, oggi, viviamo una
rivoluzione epocale; il mondo del trasporto privato, a partire dai grandi
gruppi automobilistici, non solo si sta interrogando su come e quando fare lo
switch verso l’auto elettrica, ma ci sta investendo miliardi di dollari affinchè
questo switch possa avvenire quanto prima.
Ma l’auto elettrica realmente apporterà dei benefici alla
questione ambientale e, in particolar modo, in che maniera cambierà l’impatto
sul clima?
Il peso relativo all'inquinamento causato dai trasporti, in un mondo in cui i veicoli a motore
termico rappresentano il mezzo di locomozione di circa il 90 % del pianeta,
quando funzioneranno con il vettore elettrico e non più con i derivati del
petrolio sarà minore, uguale o superiore a quello attuale?
Partiamo dalla fotografia delle emissioni di gas
climalteranti a livello mondiale, gli
stessi non diminuiscono ma sono in continua ascesa dal 1990, passando da circa 32 miliardi di
tonnellate di CO2eq
agli oltre 46 miliardi nel 2012.
Il contributo del settore dei trasporti è anch’esso in ascesa in valore assoluto, mentre in termini relativi il contributo del settore rimane pressoché costante nel tempo, rappresentando il 19-20% del totale.
Spostandoci nel bel paese, registriamo un andamento delle
emissioni climaalteranti differente.
In Italia l’andamento delle emissioni di gas serra ha visto un aumento progressivo dal 1990 fino all’anno 2005, con una successiva diminuzione fino ad oggi.
Il medesimo
andamento si è registrato per il
settore dei trasporti, che ha raggiunto
il picco nel 2004.
In particolare, la quasi totalità dei gas
serra emessi e relativi ai trasporti
su strada in Italia è
rappresentato dalla CO2. In coerenza con ciò, focalizzerò l’analisi su tali
emissioni.
Per poter confrontare uno scenario futuro, in cui il parco veicolare sarebbe quasi esclusivamente elettrico, con un parco attuale in cui la totalità dei veicoli è pressochè formata da veicoli con motore termico, è necessario analizzare l’impatto sull’intero cilco di vita del veicolo (LCA).
Ciascuna delle fasi
della filiera di produzione de
veicolo è associata ad una o
più variabili di uscita, la cui somma determina il valore complessivo di
emissioni di CO2 lungo l’intero
ciclo vita.
Pertanto il confronto lo dovremmo realizzare punto per punto, considerando anche che le fasi “componenti e produzione” molto probabilmente non sono attuate in Italia, ma in paesi come Cina e India; e che il trasporto del veicolo, da tali paesi, anch’esso avrà una sua componente di impatto non trascurabile.
Passando alla fase utilizzo e quella relativa al riciclo/fine vita, tali fasi saranno funzione del paese (Italia nel caso specifico) in cui il veicolo viene utilizzato e portato a smaltimento o a riciclo.
Senza scendere nei dettagli, potremmo considerare come
variabili di simulazione sufficientemente reali le seguenti:
Partendo dalla tabella precedente, possiamo considerare lo schema riportato nella tabella successiva e evincere quali siano i principali valori utilizzati in input con riferimento ai veicoli oggetto d’analisi, relativamente a consumo specifico, massa e capacità della batteria (per i BEV-Veicoli elettrici).
Per quanto riguarda i valori di input analizzati, sia per dei BEV che per gli ICEV (veicoli con motore a combustione interna) si considerano i valori reperiti da listino dei veicoli con il maggior numero di immatricolazioni in Italia (di categoria Euro 6 per gli ICEV)
I risultati finali, considerando le variabili di input riportate e il segmento B dei veicoli analizzati sono i seguenti:
- Le emissioni di CO2 nel ciclo vita dei veicoli elettrici risultano inferiori a quelle degli ICEV in ognuno dei casi analizzati, sebbene con un certo livello di eterogeneità in base ai diversi scenari analizzati.
- Lungo il ciclo vita dei veicoli (sia elettrici che a combustione interna), il contributo più rilevante al computo toL’impatto della fase di utilizzo è maggiore per i veicoli con motore a combustione interna, per i quali costituisce tra il 75% e l’88% del totale delle emissioni di CO2 nel ciclo vita.
- Per i BEV il contributo varia nello scenario base da circa il 40% fino ad oltre il 65%. Su tale valore, gioca un ruolo molto importante la fonte energetica con cui è prodotta l’energia che «alimenta» il veicolo elettrico.
- Per quanto riguarda le fasi extra-utilizzo, le emissioni di CO2 dei veicoli elettrici risultano superiori a quelle degli ICEV. La componente batteria ha un «peso» importante in termini di emissioni per i veicoli elettrici, dal momento che le emissioni associate alla sua produzione costituiscono circa il 35-55% del totale relativo alle fasi di realizzazione del veicolo (con un incidenza crescente al «crescere» del segmento).
A conti fatti il
passaggio al veicolo elettrico porterà sicuramente un beneficio in termini di
emissioni di CO2, ma tale beneficio sarà molto dipendente dal grado di
penetrazione delle fonti rinnovabili nella produzione dell’ energia elettrica
del paese in cui il veicolo verrà utilizzato.
Chiaramente anche
tutte le fasi dell’LCA saranno dipendenti da tale fattore, in quanto i paesi
maggiormente industrializzati e oggi in grande sviluppo (vedi Cina e India) più
aumenteranno la loro produzione di energia da fonte rinnovabile, più il piatto della
bilancia sarà a favore del veicolo elettrico in termini di emissioni nocive e
gas climaalteranti
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