DO THE RIGHT MIX - Mobilità sostenibile e piccoli comuni con vocazione turistica

Fra poco inizia l'estate, i problemi della mobilità dei piccoli comuni a vocazione turistica rimangono un punto fermo durante tutto il periodo estivo!




Ogni attività antropica genera un impatto sull’ambiente, alcune di esse sono assolutamente compatibili con la capacità di assorbimento e riciclo che il  nostro pianeta possiede, mentre altre sono di gran lunga al di sopra di tali capacità.



Per poter indicare in maniera oggettiva quali sono le attività che possono essere gestite dal sistema terra e quali invece provocano un alterazione dell’equilibro ambientale, dovremmo misurare gli effetti di ogni azione valutandone il peso in funzione del numero di volte che la stessa si ripete in un determinato intervallo di tempo.
La ricerca scientifica ha sviluppato una serie di indici di misura, tra cui le impronte ecologiche; ad esempio La Carbon footprint (letteralmente, "impronta di carbonio") che rappresenta l'emissione di gas climaalteranti (CO2CH4, Ossido nitroso N2O, Idrofluorocarburi HFCs, Perfluorocarburi PFCs e Esafloruro di zolfo SF6) attribuibile ad un prodotto, un'organizzazione o un individuo.
Attraverso questi indici viene così misurato l'impatto che tali emissioni hanno sui cambiamenti climatici di origine antropica. La carbon footprint è espressa in termini di kg di CO2e (CO2 equivalente).
Una delle attività che, senza ombra di dubbio, generano un impatto assolutamente non gestibile dal sistema pianeta è il trasporto di persone e merci che attualmente è sviluppato con più o meno intensità in ogni angolo del pianeta.

Andare a scuola in autobus o metrò, andare in auto privata al centro commerciale, visitare i parenti o andare in vacanza con un aereo piuttosto che una nave, per tutte le azioni che richiedono spostamenti da un luogo all’altro o l’approvvigionamento di beni, anche da grandi distanze, dipendiamo dai trasporti.

Ma non si tratta soltanto delle grandi direttrici dei trasporti su strada, via mare o via aerea, che ci forniscono tonnellate di merci da tutto il mondo. Parliamo anche dei nostri spostamenti quotidiani in automobile, autobus, treno, natanti a motore di ogni genere o aeromobili che hanno un impatto rilevante sui consumi energetici e sull’ambiente.

I trasporti, che virtualmente ci avvicinano e permettono all’economia di funzionare, hanno anche degli effetti indesiderati non trascurabili che influenzano direttamente la nostra vita.

I sistemi di trasporto hanno tra le ripercussioni più importanti non soltanto l’inquinamento atmosferico e acustico, ma anche un contributo significativo ai cambiamenti climatici, ad esempio con le emissioni di CO2.
Ma in realtà un veicolo inizia ad inquinare appena viene progettato e finisce di inquinare praticamente mai. Percehè anche quando arriva a fine vita avrà un impatto di gestione non indifferente.

Per capire quale sia il costo ambientale da pagare a fronte dei vantaggi offerti dai veicoli ibridi plug-in ed elettrici, occorre quindi analizzare tutto il ciclo di vita dei veicoli e confrontarli con veicoli a combustione interna. A questo fine uno degli strumenti di indagine scientifica più interessanti è l’analisi del ciclo di vita, o Life Cycle Assessment (LCA)

Per poter tentare di ridurre gli impatti durante tutto il ciclo di vita, oggi siamo sempre più impegnati nella ricerca di nuove tecnologie che ci consentano di migliorare sempre più il sistema dei trasporti, lasciando invariato il servizio, ma che contestualmente ci consentano di ridurre le emissioni e conseguentemente l’impatto delle stesse sull’ambiente.

Gli stessi enti istituzionali, ad ogni livello, attraverso una normativa sempre più severa ed una ricerca anche di modifica delle abitudini della cultura del trasporto, tentano di migliorare il sistema per evitarne il collasso.
Nel documento riportato nel link, affronteremo un argomento che potrebbe sembrare di nicchia: “la mobilità nei piccoli comuni con vocazione turistica” il caso Cilento, ma che in realtà, dato il numero elevatissimo di comuni presenti sul territorio Italiano con le caratteristiche che riportiamo, risolvere questi problemi potrebbe dare un gran contributo alla questione generale della mobilità.

Il tema della mobilità sostenibile sta divenendo negli ultimi anni uno degli argomenti di maggiore dibattito nell'ambito delle politiche ambientali locali, nazionali e internazionali, In Italia il settore dei trasporti produce oltre il 49% delle emissioni di polveri sottili (PM10) di cui oltre il 65% di queste deriva dal trasporto stradale.
Il sistema dei trasporti è quindi considerato uno dei maggiori responsabili dell'inquinamento atmosferico.

Il miglioramento del sistema dei trasporti, in particolare in ambito urbano, rappresenta una delle priorità per i paesi che vogliono favorire una migliore qualità della vita dei cittadini, in termini di relazioni sociali e culturali, in ambito locale, nazionale e internazionale e nel creare nuove opportunità economiche.

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