In questi ultimi anni abbiamo assistito al proliferare di attività commerciali per la vendita di patatine fritte e fritture.
Ingrediente primario è chiaramente l'olio vegetale con cui si friggono i prodotti e, dopo l'uso, un kg di olio vegetale esausto, dopo purificazione meccanica, può produrre circa 3,6 kWh di energia elettrica e 3,5 kWh di energia termica.
Da esperimenti realizzati , le misure effettuate hanno
mostrato che, per un motore a combustione interna, utilizzando olio esausto si può ottenere
un rendimento elettrico del 35,5% ed un rendimento termico del 34%; nel
complesso si ottiene quindi un rendimento di primo principio del 79,5%, molto
simile a quello che si avrebbe utilizzando gasolio ( 81%).
In Italia si stima una produzione pari a oltre 250mila tonnellate di olio vegetale esausto
L’esperienza del progetto Life "Recoil" che ha permesso di raccogliere oltre duemila litri di olio vegetale usato.
L’olio vegetale usato in cucina per friggere cibi succulenti come patatine fritte, pesce, dolci o quello contenuto nelle scatolette del tonno. Comunemente considerato un rifiuto non pericoloso (codice CER 200125), l’olio esausto se disperso nell'ambiente (versandolo ad esempio nello scarico del lavandino, come si fa di solito) può causare danni ed essere molto inquinante.
Se recuperato correttamente può essere, invece, fonte di vantaggi economici e ambientali, oltre che essere funzionale a ridurre l'impatto ambientale, a stimolare stili di vita sempre più sostenibili e a promuovere sistemi innovativi per produrre energia termica ed elettrica; uno degli incontri promossi in ambito Expo 2015 è stato proprio: “Perché riciclare l’olio vegetale esausto: nuova energia per il futuro”, dove è stata presentata l’esperienza realizzata dal Progetto Life “Recoil” per il recupero dell’olio vegetale in cucina.
Il progetto è cofinanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Life+.
La sintesi del lavoro effettuato è un volumetto (30 pp. - qui è riportato il link), realizzato con il contributo LIFE+ della Commissione Europea, in cui sono illustrati i principali problemi ambientali collegati alla gestione dell'olio vegetale esausto, come deve essere effettuata la raccolta e quali sono i trattamenti che questo rifiuto subisce per essere riutilizzato e trasformato in nuova materia prima.
Inoltre viene analizzata la possibilità di utilizzare l'olio a fini energetici ed i vantaggi ambientali che ne possono derivare.
Il progetto iniziato nell’autunno del 2011, in questi anni ha permesso di realizzare una filiera ottimizzata per il recupero dell'olio vegetale usato in cucina, pianificando un sistema per la raccolta porta a porta nei due comuni pilota scelti, Castell’Azzara (GR) e Ariano Irpino (AV), seguendo costantemente l’andamento della raccolta domiciliare e valutandone i risultati in tempo reale. Inoltre è stato stimato il potenziale dell’olio esausto raccolto come combustibile per la produzione di energia elettrica e termica, dopo un trattamento esclusivamente meccanico.
Fino ad oggi, nei 12 appuntamenti con cadenza mensile previsti dal progetto Life Recoil, sono stati raccolti 2.122 litri di olio vegetale usato, evitando di immettere in atmosfera circa 125 kg di CO2 equivalente.
Secondo i dati prodotti durante la sperimentazione del progetto, un kg di olio vegetale esausto, dopo purificazione meccanica (filtrazione, centrifugazione, separazione), ha un potenziale energetico pari a circa 0,8 kg di diesel.
Inoltre le emissioni prodotte (particolato, CO, CO2, NOx) sono inferiori a quelle causate dall’utilizzo di combustibili tradizionali. Il minore impatto ambientale è ancora più evidente perché, oltre a produrre energia, si evita la dispersione di un rifiuto.
Delle oltre duecentocinquantamila tonnellate di olio esausto prodotto in Italia, più della metà sono prodotte da consumo domestico, la raccolta dell'olio vegetale esausto potrà essere diffusa solo con la modifica della legge attuale (Codice Ambientale Dlg. 205/2010) e grazie ad attività di sensibilizzazione come quella sperimentata con il Progetto Recoil.
Nei due i due comuni pilota, Castell’Azzara e Ariano Irpino, è stata testata e monitorata la raccolta domiciliare porta a porta dell’olio vegetale esausto attraverso lo sviluppo di un software realizzato da CID Software Studio. Il risultato della sperimentazione della raccolta domiciliare porta a porta è stato incoraggiante. Un importante risultato è stato che i due comuni hanno continuato ad effettuare la raccolta anche senza il sostegno del progetto Recoil, a supporto di una buona pratica che ha fatto maturare una consapevolezza della necessità di una azione collettiva di difesa del territorio.
Ci auguriamo che quanto prima si possa modificare la legge che consenti il riutilizzo degli oli vegetali esausti ai fini energetici.
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