Nell'Italia della
crisi, alle soglie del 2015, con un continuo diminuire della produzione, delle attività industriali e dei
rispettivi consumi energetici sembrerebbe obbligatorio chiedersi se realmente
abbiamo bisogno di tutto questo gas?
Gas acquistato
prevalentemente da tre paesi al mondo e in particolar dalla Russia. In realtà i
consumi di gas in Italia sono in caduta libera da diversi anni, colpa della
crisi e anche merito delle nuove fonti rinnovabili.
Sembra confermarsi la stima su base annuale di circa
63 mld di mc, cioè -10% sul 2013 e un ritorno ai volumi richiesti del 1998.
Lontano il picco della domanda del 2005 di 86,2 mld di mc di gas utilizzati nel
nostro paese. (fig.1)
fig.1
Nel solo mese
di novembre 2014 la domanda è stata bassa nel settore
civile (-12,6%, rispetto al
novembre 2013), soprattutto a causa delle temperature miti e, al solito, nel
settore termoelettrico; qui
il calo sullo stesso mese dell’anno scorso è anche più ampio: -14,8% ( ovvero
-1 miliardo e 442 milioni di mc).
Il nostro paese la produzione termoelettrica, a differenze di molti paesi Europei quali
Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna (fig.2-3), si basa tantissimo sulla fonte
gassosa la produzione di energia elettrica. Ma anche nel settore residenziale
la penetrazione del gas metano nell'utilizzo per la produzione di acqua calda
sanitaria, riscaldamento e cottura cibi ha una penetrazione elevatissima.
fig.2
fig.3
Purtroppo circa il 90% dei nostri consumi di gas provengono dalle importazioni e solo circa il 10 % è dovuto alla produzione nazionale. In realtà tutto quello che possiamo fare con il gas (produzione energia elettrica, utilizzo civile per riscaldamento, acs e cottura cibi), ma anche una parte del suo uso industriale, potrebbe essere realizzato con altri vettori energetici: energia elettrica o incrementando la produzione di energia termica da biomassa e da cogenerazione.
Aver detto no al
nucleare non significa necessariamente dire si al gas naturale in maniera massiva, diventando di fatto un
paese troppo dipendente dall'estero con notevoli ripercussioni sulla sicurezza
energetica interna; ma in realtà si sta cercando di evitare che le centrali
termoelettriche a ciclo combinato, realizzate nell'ultimo decennio, non diano
il colpo di grazia alla stragrande maggioranza delle utility presenti sul
territorio. Già in notevole affanno e, a meno di un inversione di tendenza dei
consumi, che neanche loro vedono a breve e medio periodo (fig.4), sarà sempre più
complicato poter sopravvivere; non solo per la crisi, ma per il naturale
incremento delle fonti rinnovabili, il miglioramento su efficienza energetica e
il problema del sistema geopolitico della distribuzione del gas sul pianeta
(vedi crisi Russia-Ucraina).
fig.4
Del gas oggi non
possiamo farne a meno, ma con una modifica di rotta e seri investimenti su FER - Smart grid - Storage ed Efficienza, nel giro di un decennio potremmo ridurre il suo utilizzo e quindi
la dipendenza da esso in maniera sensibile!
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