DIETRO IL MARCHIO
Ma in realtà dietro ad ogni etichetta si nasconde spesso lo stesso "Marchio". Attraverso un'iniziativa della campagna di Oxfam Italia COLTIVA.
è stata elaborata una pagella di "Scopri il Marchio", - http://www.behindthebrands.org/it-it - valutando le politiche agricole delle dieci maggiori aziende alimentari globali, concentrandosi esclusivamente su informazioni - accessibili pubblicamente - che si riferiscono al modo in cui queste compagnie gestiscono la loro filiera produttiva nei paesi in via di sviluppo.
Il sistema alimentare, nel mondo globale e connesso 24h/24, è complesso e pieno di sfaccettature, ma non vi è dubbio che le grandi compagnie del settore alimentare hanno un'enorme influenza e le loro politiche orientano il modo in cui il cibo viene prodotto, l’uso delle risorse e possono condizionare la vita dei milioni di persone alla base della loro filiera di produzione.
Questa campagna ha come obiettivo informare i consumatori sul modo in cui le 10 Grandi Sorelle dell’alimentare producono quello che mangiamo ogni giorno.
Le dieci big sono
- Associated British Foods
- Coca-Cola
- Danone
- General Mills
- Kellogg’s
- Mars
- Mondelez
- Nestlè
- PepsiCo
- Unilever
Oxfam ha dato vita ad una pagella che risponde a questa domanda "Cosa fanno i big dell’alimentare per migliorare le loro filiere produttive"?
Le “Dieci Sorelle” sono state valutate nella pagella (in ordine di dimensioni della società) sulle seguenti tematiche:
I TEMI
La pagella si focalizza su sette temi, dando ad ognuno lo stesso peso:
1. Trasparenza aziendale
2. Trattamento delle Donne che lavorano nella filiera produttiva
3. Diritti dei Braccianti agricoli nella filiera produttiva
4. Trattamento economico e commerciale dei Piccoli produttori agricoli
5. Terra, diritti d'accesso alla terra e uso sostenibile
6. Acqua, diritti e accesso alle risorse idriche e uso sostenibile
7. Cambiamento Climatico, sia in materia di riduzione delle emissioni di gas serra che di aiuto agli agricoltori ad adattarsi ai cambiamenti climatici.
Tutti i temi sono parimenti degni delle attenzioni delle popolazioni mondiali, in particolare di quelle che vivono lontano dalle aree sfruttate e che "godono" soltanto dei benefici di avere un maggior numero di prodotti tra cui scegliere.
Ricordiamo che fenomeni come il "land grabbing" (accaparramento dei terreni) sono un cancro del nostro pianeta che ha come risultato, molto spesso, che da questi terreni comprati vengono allontanate via intere comunità, lasciandole senza terra e senza futuro, sono lasciati inattivi. Le promesse di risarcimenti non si avverano, le comunità rimangono a mani vuote mentre le grandi aziende incassano. Terreni che prima davano cibo e rifugio a molti sono recintati e rimangono inutilizzati.
La stima più completa della scala degli investimenti in accaparramento di terreni è stata pubblicata a settembre 2010 dalla Banca mondiale: lo studio mostra che, nel solo periodo da ottobre 2008 ad agosto 2009, sono state dichiarate acquisizioni di terreni agricoli per un'estensione di 46 milioni di ettari, due terzi dei quali ubicati nell'Africa subsahariana. Inoltre, delle 464 acquisizioni esaminate dalla banca mondiale, solo 203 riportavano l'estensione dei terreni acquisiti: ciò implicherebbe una drastica sottostima della reale estensione coperta da tali acquisizioni, che potrebbe essere il doppio dei 46 milioni di ettari stimati dalla World Bank.
Commenti
Posta un commento