UN TEXANO A ROMA




Ho cercato su Google, Corbis, altri motori di ricerca, ma niente: la foto di Alberto Sordi con un cappello Texano non la riesco proprio a trovare.

Eppure oggi potrebbe essere il simbolo dell'unione di due mondi: l'italia e il Texas; si perché sembrerebbe che in questi ultimi mesi, data la perenne insistenza di tanti "interessati", il nostro paese sia diventato il Texas d'Europa.
Lo sentiamo dire in Tv, alla radio, lo leggiamo sui giornali; Addirittura il documento di strategia energetica nazionale (SEN) ci dice che per continuare a migliorare la nostra sicurezza di approvvigionamento energetico dobbiamo investire sulla “produzione sostenibile di idrocarburi nazionali”, ci dicono che con riferimento al settore dell’upstream, l’Italia ha a disposizione ingenti riserve provate di gas e petrolio, le più importanti dell’ Europa continentale dopo i paesi nordici.


Allora, cari amici miei, noi vivevamo in Texas e solo adesso lo abbiamo scoperto, abbiamo investito nelle fonti rinnovabili ingenti quantità di denaro, mentre potevamo utilizzarle per trivellare a groviera le nostre "aree Texane" e diventare immuni da ogni dittatorucolo che la mattina si sveglia e ci minaccia di farci stare al freddo o bloccare la nostra  tanto amata automobile!



A questo punto un po' di curiosità sui numeri, da ingegnere rompicoglioni quale sono, mi è venuta; e, grazie alla nostra amata rete, in un'oretta ho raccolto un po' di documenti ufficiali e non, scaricandoli dal sito dello Sviluppo economico, Associazione Italiana Bitume, il sito di Terna, quello del British Petroleum (BP) e quello dell'Internation Energy Agency.



Partiamo proprio dal primo, un documento interessantissimo in cui si fa il punto della situazione sulle risorse accertate e la produzione attuale di petrolio  in Italia, il nostro fabbisogno e le importazioni.





Da qui si evince  che in Italia (vedi figura), nel 2012 abbiamo consumato circa 70 Milioni di tonnellate di petrolio, di queste ne abbiamo prodotte 5,37 circa l'8% di cui un decimo da estrazioni off shore (in mare). Già la cosa mi puzza un po': "in un paese come il Texas, in cui circolano 36 milioni di autovetture, le merci si spostano su ruota gommata, con questi fantomatici giacimenti che dovremmo avere in mare, attulamente produciamo neanche l'un % del nostro fabbisogno? 







Ma continuo ad essere determinato, a voler vedere Alberto Sordi con il cappello Texano!

Vado avanti nella mia ricerca e trovo un altro documento molto interessante un cui si parla di riserve importanti da accertare; il documento inizia così:


"Non siamo il Texas, e nemmeno il Kuwait. Ma anche noi abbiamo il nostro petrolio. Le ricerche più recenti affermano che più o meno 840 milioni di barili di greggio riposano sotto il territorio italiano. Le stime aggiungono riserve probabili per almeno altri 400 milioni di barili, che potrebbero salire anche fino a un miliardo."  



Ma un miliardo di barili di petrolio, rispetto ai nostri consumi, quanto sono? 



Per fare una tonnellata di petrolio ci vogliono circa 7,3 barili, quindi un miliardo di barili sono circa 137 milioni di tonnellate di petrolio, allora scusate, se noi ne consumiamo 70 milioni all'anno queste riserve se tutto va ben e ci consentirebbero l'autosufficienza per 2 anni! DUE ANNI!!! e poi come faranno il pieno al loro bel SUV quelle belle signore che accompagnano i figli a scuola? ci deve essere qualcosa che non torna in questi conti, per fortuna mi viene in aiuto un'altra tabella del Ministero dell sviluppo Economico eccola qui


Dalla Tabella leggo che le riserve "recuperabili" non sono 137 milioni ma 129, qui c'è il rischio di non farcela neanche per due anni, ma allora più del Texas mi sembra sempre più la repubblica delle banane, dove gli interessi economici di 100 miliardi di Euro di ricavi da 1 miliardo di barili possono far gola a tanti ma sicuramente non ci metteranno al riparo rispetto alla nostra dipendenza dall'estero ne ora e ne mai. 
Per fare un piccolo confronto ho dato uno sguardo ai dati Terna sulla produzione di energia elettrica in Italia da fonte rinnovabile, quella che non finisce, ne tra due anni ne tra 200, quella così tanto attaccata in questi ultimi anni dalle lobby dell'energia, ebbene i dati ci dicono che nel 2013 circa il 33% dell'energia elettrica consumata in Italia viene proprio da queste fonti; e allora signori miei "chiest è o paes ro sol" non è il Texas e Albertone nazionale si mangerà sempre gli spaghetti e la mostarda la darà al sorcio!!!

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