Parcheggiare! Come perdere una settimana all'anno

Mobilità sostenibile

Parcheggiare! Come perdere una settimana all'anno


In questi ultimi anni il problema ambientale relativo all'inquinamento delle grandi metropoli, il traffico caotico urbano ed extraurbano, i costi elevati del carburante hanno dato un impulso ad un'assortimento di "opzioni" più o meno serie per la mobilità urbana e non solo.
In paesi come l'Italia, la cui economia ha spesso ruotato intorno all'industria dell'automobile dal dopoguerra ad oggi, imponendo ai cittadini in maniera anche indotta l'acquisto nonché l'utilizzo del veicolo privato, si sono raggiunti livelli medi di possesso di autoveicoli pari ad oltre un auto a famiglia.
Al 2010 le auto immatricolate erano quasi quarantamilioni e contestualmente sono aumentate le infrastrutture necessarie alla fruibilità dei veicoli acquistati. Ma spesso tali infrastrutture si limitavano ad essere arterie stradali extraurbane, in grado di far spostare in maniera più veloce sempre un numero più elevato di veicoli, interconnessioni tra aree sub urbane e grandi metropoli, ma ben poco è stato fatto affinchè questi veicoli trovassero i loro spazi (parcheggi sotterranei, silos, etc) necessari alla sosta.
Il risultato è stato a dir poco devastante; l'invasione di milioni di autovetture nei centri urbani e i già scarsi spazi a disposizione per gli esseri viventi, animati e inanimati, sono stati sacrificati al parcheggio stradale: piazze, marciapiedi, bordi strada, letteralmente ricoperti da "scatolotti" a quattro ruote, spesso anche poco attraenti esteticamente e altamente inquinanti sia per l'emissioni gassose che sonore.
La situazione ad oggi è a dir poco disastrosa; due dati possono fotografare la situazione nel migliore dei modi: il primo è che  gli Italiani dopo  la ricerca del lavoro trovano che la cosa più stressante sia la ricerca del parcheggio e il secodno  è che in alcune ore della giornata il 74% dei veicoli che circolano nelle metropoli lo fanno per trovare un parcheggio.

Il Prof. Shoup della UCLA,  ha analizzato vari studi sul campo compiuti fra il 1927 e il 2001 in vari centri urbani, e il risultato è stato che per trovare un posto libero ci vogliono in media tra i 3 minuti e mezzo e i 14 minuti, questo significa che tra l’8% e il 74% del traffico è da attribuire ad auto che, sconsolate, cercano parcheggio.
Beh sembrerebbe poco l’8%, ma niente di più errato, infatti in una ricerca compiuta in Francia si constata che, il solo 10% dei conducenti alla ricerca di posti auto, provoca un inquinamento per oltre la metà di quello prodotto, dato che la loro ricerca crea traffico e intralcia gli altri automobilisti.

Globalmente, il tempo d’attesa nel traffico è stimato da un minimo di 22 ore all'anno a circa 90 ore (quasi 4 giorni). Spesso molte persone dichiarano di non avere tempo per fare una vacanza di una settimana; ma, contestualmente, in un anno rimango intrappolate nella loro autovettura per circa una settimana solo per parcheggiare!

La domanda è: Ci sono margini di miglioramento? 
Certo, molti: si possono costruire parcheggi nelle periferie e fornire una rete efficiente di mezzi di trasporto pubblici collettivi;
si può agire sulla viabilità;
si possono adottare tecnologie(app per smarthphone) che permettano di sapere in tempo reale dove sono i parcheggi liberi.

Purtroppo però la cosa non è spesso così lineare, come spiega John Sterman, professore di Management alla Sloan School del MIT e direttore del gruppo di ricerca sui sistemi dinamici, non possiamo farci però troppe illusioni: migliorare la viabilità e aumentare i parcheggi non fa che attirare più guidatori verso le città, causando maggiore traffico. Un cane che si morde la coda.
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