Centrale di Vado Ligure: il carbone è il mio peggior incubo!

La notizia è di due giorni fa: il Gip di Savona ha posto sotto sequestro la centrale termoelettrica della Tirreno Power di Vado Ligure, la motivazione è di aver causato la morte di oltre 400 esseri umani per emissioni incontrollate da parte dei gruppi di produzione alimentati a carbone. In realtà, mentre le accuse di "sterminio" sono riferite ad un periodo che va dalla fine degli anni '90 al 2007, il sequestro è relativo ad una mancanza di adempimenti relativamente all'AIA (Autorizzazione integrata ambientale) che risale al 2012. Ma il problema, a prescindere dalle autorizzazioni ambientali, dalla tecnologia e dalle stesse morti rimane lì; e sicuramente dovrà trovare una soluzione. Soluzione che dia risposte certe alle comunità locali, dove le tante centrali o siti industriali sono sempre oggetto di polemiche relativamente ai danni ambientali che provocano e alle conseguenze, spesso con ripercussioni sulla salute degli essere umani, che si manifestano.
Un problema che non può essere banalizzato con un semplice chiudiamo le centrali a carbone, per due ordini  di  motivi: il primo è di tipo tecnologico, ovvero nel mondo le centrali a carbone esistono e sono in aumento, per cui c'è da chiedersi se le soluzioni tecnologiche esistenti per l'abbattimento delle emissioni sono sufficienti per ridurre i rischi sulla salute e se tali soluzioni sono state adottate in maniera appropriata in centrali come quella di Vado.

Il secondo è di tipo economico, ovvero siamo disposti a chiudere ogni tipo di sito industriale che, anche utilizzando le tecnologie più sofisticate in termini di abbattimento di emissioni, monitoraggio e quanto'altro si possa mettere in atto, arreca danni all' ambiente circostante e conseguentemente alla salute dell'uomo?

Questi due quesiti hanno assolutamente necessità di trovare una risposta nell'immediato. il primo deve trovare nelle autorità competenti, negli organi di controllo e vigilanza e nell'ambito dei tecnici, una risposta immediata, certa e che possa essere trasmessa alle popolazioni. Il secondo, a valle del primo quesito dovrà passare la palla alle popolazioni, le quali dovranno decidere, nel caso in cui le tecnologie adottate non potranno nel breve periodo scongiurare quei danni che probabilisticamente possono accadere, se accettarle, con i conseguenti rischi, o farne a meno a discapito di maggiori costi per la comunità. Perchè, se nel mondo è riconosciuto che ci sono molte più morti causate dal carbone che non dal nucleare, non capisco perchè per il nucleare si debba fare un referendum e per il carbone no, con l'aggravante che il carbone è il peggior combustibile fossile per ciò che riguarda le emissioni di gas climalteranti mentre il combustibile nucleare è il migliore.

Purtroppo, spesso, dire sempre no a tutto diventa una specie di boomerang, perchè si parte con il no al nucleare, il no alla TAV, il no ai termovalorizzatori, il no alle centrali a carbone... per poi vedere il no al fotovoltaico, all'eolico, alle centrali mini idroelettriche, etc, etc. Ma, a meno che non vogliamo rinunciare all'energia elettrica, ad alcuni beni di consumo e al tenore di vita raggiunto, da qualche parte dobbiamo agire. L'efficienza sia nel settore dell'energia che in quello dell'utilizzo e riciclo delle risorse primarie è un diktat a cui non possiamo rinunciare, ma dire no a tutto ci costringerà primo o poi a rinunciare anche alla ricerca che ci porterà verso le efficienze maggiori, senza avere chances, perchè il futuro del genere umano, abbondantemente oltre i 7 miliardi di individui, senza l'arma della ricerca tecnologica è destinato a scomparire o a rivivere nuove guerre, con conseguenti razzie e perdite di diritti acquisiti.




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