Bolletta elettrica: grandi promesse ma pochi risparmi!
Una delle cose che accomunano una elevata percentuale
degli Italiani, a mio avviso oltre il 90% senza distinzioni di classi sociali,
livello culturale e quoziente intellettivo, è forse proprio l’incapacità di
dare una spiegazione a tutte le voci di costo presenti nella bolletta
dell’energia elettrica.
Spesso in tanti hanno cercato di addentrarsi nei
meandri delle voci presenti in bolletta, ma dopo un po' la sconfitta è arrivata
e, purtroppo, essendo l'energia elettrica un servizio di prima necessità alla
pari di quello idrico, la rinuncia a comprendere quelle voci di costo è
accompagnata spesso ad un pago e sto zitto!
Negli ultimi anni con l'avvento del libero mercato, l'opzione di scelta del distributore, con il conseguente
passaggio allo stesso ha portato un risultato opposto. Da un recente
studio di federconsumatori i risparmi massimi ottenibili sul "mercato
libero" rispetto al regime di maggior tutelai, anziché aumentare, negli
ultimi anni sono calati e, in media, ha rilevato l'Autorità (su dati
2011), chi è passato al mercato libero paga l'energia il 12,8% più cara di
chi è rimasto o è tornato sotto la tutela dell'Aeeg, ovvero la mercato di
maggior tutela.
Ciò accade perché spesso le offerte sul
mercato libero sono vantaggiose solo per precisi profili di utenza, ovvero per
determinati consumi sia per fascia oraria che per consumi nell'arco dell'anno;
se il consumo varia, sia nelle fasce orarie o nel corso dell'anno, ci ritroviamo
con una tariffa che non sarà più conveniente.
Pertanto una delle prime analisi
che si dovrebbe portare avanti è proprio il profilo di consumo orario e il
totale annuale.
Inoltre, le promesse di risparmio del 20% e oltre, fatte dalle varie aziende presenti sul mercato si traducono a conti fatti, e per poter verificare la cosa basta andare sul sito dell'autorità per l'energia elettrica e il gas, in un risparmio reale che non supera il 5% del costo sostenuto, anche qui il problema è nella struttura della tariffa elettrica che noi paghiamo la quale è composta da varie voci di costo tra cui prezzo dell'energia, imposte, oneri di sistema e iva;
Inoltre, le promesse di risparmio del 20% e oltre, fatte dalle varie aziende presenti sul mercato si traducono a conti fatti, e per poter verificare la cosa basta andare sul sito dell'autorità per l'energia elettrica e il gas, in un risparmio reale che non supera il 5% del costo sostenuto, anche qui il problema è nella struttura della tariffa elettrica che noi paghiamo la quale è composta da varie voci di costo tra cui prezzo dell'energia, imposte, oneri di sistema e iva;
In realtà il mercato libero offre un risparmio solo sul prezzo dell'energia che corrisponde al costo per l'acquisto dell'energia elettrica, comprensivo delle perdite sulle reti di trasmissione e di distribuzione.
I clienti che dopo il 1° luglio 2007 hanno cambiato
fornitore passando al mercato libero, pagano i servizi di
vendita in base alla soluzione commerciale scelta. Per coloro che non hanno
cambiato fornitore e usufruiscono del servizio di maggior tutela, è l'Autorità a
fissare e aggiornare il "prezzo energia" (PE) ogni tre mesi, con una
metodologia che tiene conto di quanto speso dall'Acquirente Unico (l'organismo
incaricato degli acquisti per i clienti in maggior tutela) per
approvvigionarsi sul mercato all'ingrosso, fino al momento dell'aggiornamento
trimestrale, e delle stime su quanto prevede di spendere nei mesi successivi.
In definitiva la possibilità di risparmio esiste tra varie tariffe, ma il range non può superare i 6/7 punti percentuali rispetto al valore applicato dal mercato di maggior tutela, invece un a scelta tariffaria errata potrebbe far lievitare i costi anche del 20 %, cosa che spesso accade perché il punto di partenza, ovvero il profilo d'utenza non è correttamente analizzato.
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