REPORT E LA GABANELLI: MEZZE VERITA' PER AVERE UN PO' PIU' DI SHARE E UN PO' MENO SHALE!

Alle volte la televisione mostra la sua potenza, soprattutto quando gli argomenti tecnici, con risvolti ambientali, interessano milioni di persone e sono affrontati nelle modalità con cui Report le affronta. 
Un programma che da diversi anni non seguo più con lo stesso entusiasmo di una volta. Da quando ho avuto modo di vedere che, pur di fare notizia, sono disposti a dire molte mezze verità e spesso qualche bugia. 
Mi riferisco in particolare alla trasmissIone del 28/11/2010 intitolata "Girano le pale"; di seguito vi indico i link.
In quell'occasione Report, a mio avviso, non fece un bel lavoro, anzi screditò un settore fondamentale ed in crescita nel nostro paese, parlando di mafia e eolico, criminalizzando un intero settore per alcuni impianti sviluppati da loschi individui e organizzazioni criminali; ma vi chiedo in quale settore in cui c'è guadagno non esistono queste anomalie? 
E non solo in Italia!! All'epoca non furono considerati gli aspetti positivi del settore delle fonti rinnovabili e quanto l'Italia avrebbe necessità di crescere in tutta la filiera.
Ma questa è storia vecchia, veniamo invece alla trasmissione del 12 Maggio scorso "Shale caos", si parla di shale gas e dello shale oil, di cosa sta accadendo negli Stati Uniti e di cosa accadrà, forse,  in Italia e in Europa. 
In realtà, oggi esistono diverse aziende (ENI inclusa) che hanno iniziato le loro attività di ricerca sulla possibilità di utilizzare il fracking per raccogliershale gas & oil; Il progetto "ReFINE - Researching Fracking IN Europe" condotto dal Durham Energy Institute, sta usando la ricerca scientifica per investigare il fenomeno del fracking in Europa. 
Dal programma si evince che lo shale gas è diventato il business di questi ultimi anni; Obama lo ha fatto diventare il suo fiore all'occhiello, mezzo mondo sembrerebbe che sia alla ricerca di questa "vecchia nuova" fonte energetica, ma si evince anche che per poter sfruttare tale fonte  i danni ambientali e per la salute sembrerebbero incalcolabili e di vastità mostruose.
In Europa iniziano le ricerche e  contestualmente iniziano le ribellioni da parte delle popolazioni interessate. 
In Italia esiste anche un portale all'indirizzo http://www.nofracking.it/, che fa capo ad una cellula di un circuito mondiale dell'anti fracking.
In realtà non tutte le shales contengono gas: esse devono essersi formate da argille ad alto contenuto di materiale organico. Quando tali argille vengono sepolte, compresse e riscaldate, la materia organica viene ‘cotta’ e scomposta, e il gas viene rilasciato. Questo processo richiede temperature di almeno 100 gradi centigradi, temperatura che normalmente si trovano a profondità maggiori di 3 km sotto la superficie terrestre. 
Parte del gas generato migra verso la superficie, mentre la maggior parte di esso rimane intrappolato nei pori delle shale. Questo gas intrappolato forma un giacimento di shale gas, obiettivo di esplorazione. 
Analizzando bene, con uno spirito un po' più critico, quell'ora di informazione, ci rendiamo conto di due cose:
1) Che negli Stati Uniti il problema ambientale esiste, che la produzione e gli investimenti relativi che sono stati effettuati dalle grandissime e potentissime aziende del settore sono di svariati miliardi e che queste aziende stanno per ora raccogliendo poco in termini economici dal mercato americano e quindi poco possono dare ai territori che verranno utliizzati;
2) Che l'Europa con i suoi 500 milioni di abitanti, la sua sete di energia, la sua quasi nulla riserva di fonti fossili e la politica green portata avanti negli ultimi 10 anni, rimane il mercato più promettente per esportare a prezzi più elevati quel gas e petrolio che negli Stati Uniti da poco margine.
Ma quale dovrebbe essere la soluzione?
Durante quell'ora di report, più volte viene intervistato uno dei massimi esperti di fossili a livello mondiale, un ex uomo ENI, ora uomo al servizio dell'amministrazione Statunitense: Leonardo Maugeri.
Una di quelle menti che vanno via dall'Italia, ma purtroppo in questo caso, una mente fondamentale per un paese come il nostro. Il gioco di Maugeri è chiaro: disincentivare gli Europei all'estrazione di shale gas, discreditare i politici ed esperti, cosa che chiaramente non è affatto complicata, sopratutto per quelli Italiani e raggiungere l'obiettivo: far vendere da parte degli Sati Uniti il gas all'Europa, evitando che quest'ultima possa estrarlo. 
Ma in realtà il disastro ambientale non è limitato a ciò che accade al disotto della superficie, estrarre gas di scisto e petrolio è una delle cose più inquinanti quando si parla di emissioni clima alteranti; sappiamo bene che questi problemi non hanno confini geografici, pertanto ti aspetteresti da Report anche un po' di approfondimenti sul settore e soprattutto ti aspetteresti che almeno una soluzione venga proposta.
Quale soluzione più appropriata di un Europa ricca di rinnovabili ed efficienza energetica? perchè non viene detto che nel 2013 il 37% dell'energia elettrica prodotta in Italia proveniva dalle fonti rinnovabili, perchè non si dice che l'efficienza energetica necessita di una leva economica importante, perchè non si danno i numeri ridicoli delle quantità di petrolio che abbiamo sotto i nostri piedi (vedi un Texano a Roma) oppure, perchè non si fornisce il numero di impianti fotovoltaici presenti  sul tetto delle case degli italiani: oltre mezzo milione!
Ma Milena Gabanelli, forse per non smentirmi, dichiara:
La forsennata incentivazione delle rinnovabili intanto ha dato dei bei risultati alla Germania e alla Danimarca, la nostra politica invece ha foraggiato le mafie eoliche, l’importazione di pannelli cinesi, reso la vita impossibile a chi vuole istallarsi un pannello sul tetto di casa.
Che dire: ancora mezze verità per avere un po' più di share e meno shale!!!
Per chi volesse leggerla, questa è la trascrizione del programma del 12/5/2014 

Commenti

  1. Una delle poche volte in cui ho seguito Rpeort un "sedicente giornalista" di 4ruote sosteneva la seguente tesi:
    dato che il pianale della nuova Lancia Tema è lo stesso di una vettura che in USA viene venduta a 16.000 euro, allora la Tema è un'utilitaria. Qualunque appassionato di automobili conosce quel pianale. Ereditato dal periodo Mercedes_Chrysler, si trova su tutte le classe E prodotte sino poco tempo fa. Trazione posteriore e sospensioni Multilink (quello vero non quello a 3 bracci); roba che gli Alfisti si stanno ancora stropicciando gli occhi.

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