"NO COBALTO NO VEICOLI ELETTRICI"

LE VERE LIMITAZIONI ALLO SVILUPPO DELLA MOBILITA' ELETTRICA.



Ci sarà abbastanza litio ma ci saranno molti problemi per le forniture di cobalto: due studi, uno dell' ADEME e l'altro del JRC segnalano le incognite per il mercato globale delle risorse minerarie impiegate nelle batterie dei veicoli elettrici.

I litio è certamente l'elemento più nominato e conosciuto dalle masse per la presenza dello stesso nelle batterie degli smartphone che da anni maneggiamo e pertanto iniziamo la nostra analisi da esso, l’agenzia francese per l’ambiente e l’energia (ADEME, Agence de l’Environnement et de la Maîtrise de l’Énergie) ha pubblicato un documento che analizza le prospettive di questo preziosissimo metallo, sempre più richiesto dalle case automobilistiche per realizzare i potenti accumulatori delle vetture plug-in da ricaricare alla presa di corrente.

Le conclusioni del rapporto forniscono un quadro in cui ci sono tesi, rispetto alla sicurezza di avere a disposizione questo elemento nel prossimo futuro, abbastanza contrastanti.

Da un lato, evidenziano che anche nello scenario di massima diffusione della mobilità elettrica nel mondo al 2050 – si parla fino al 75% del parco circolante alimentato dalle batterie sul totale – le riserve di litio saranno più che sufficienti a coprire la domanda, e quidni nessun rischio rispetto al potenziale minerario presente sul pianeta.

Dall’altro lato, però, viene segnalata una grande criticità  per le forniture di litio dovute a rischi: economico, geopolitico, ambientale, industriale, anche perché diminuirà moltissimo il margine di sicurezza degli approvvigionamenti, dato dal rapporto tra il consumo cumulato di questo metallo e le sue risorse attuali nei diversi paesi.

Una delle maggiori criticità, sembrerebbe provenire dalla notevole concentrazione delle risorse e della produzione di litio a livello internazionale, nel triangolo sudamericano tra Argentina, Bolivia e Cile, infatti, si trova più della metà dei giacimenti mondiali e quella zona vale anche il 50% circa dell’intera produzione industriale di litio.

C’è poi da considerare il fenomeno Cina, che, con una politica molto “aggressiva”, si sta già garantendo gli approvvigionamenti di litio, necessari alla realizzazione delle batterie che dovranno alimentare il previsto boom di auto elettriche in Asia.

La volatilità dei prezzi, infine, è un altro rischio che incombe sulle forniture di litio, anche se il valore di questa materia prima incide in piccola percentuale (2% circa) sul costo finale delle batterie.

Per quanto riguarda il cobalto, invece, lo studio del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea,  evidenzia i potenziali squilibri futuri tra domanda e offerta di questo minerale.

Già nel 2020, si legge nel rapporto, la richiesta di cobalto potrebbe superare la sua disponibilità sul mercato, per via del suo crescente utilizzo negli accumulatori per i veicoli elettrici.

In media, dal rapporto si evince che il consumo globale di cobalto sarà pari a 220.000 tonnellate nel 2025, per poi salire a 390.000 cinque anni più tardi, di cui circa 108.000 in Europa.

Per dare un’idea, al momento la capacità produttiva mondiale delle miniere di cobalto è di circa 160.000 tonnellate/anno, ma anche considerando l’espansione prevista dei vari giacimenti, sarà molto difficile tenere il passo della domanda.

Il grafico sotto riassume la situazione attuale e prevista al 2030, con un deficit in costante aumento tra consumi (demand) e forniture (supply) 




Tra l’altro, una delle criticità maggiori risiede nel fatto che oltre metà della produzione è in mano a un solo paese, la Repubblica Democratica del Congo (DRT) con relativi problemi di tipo geopolitico e noti problemi di etica, perché nelle miniere non sono rispettati i diritti umani fondamentali dei lavoratori. Considerando che circa un quinto del suo cobalto proviene da piccole miniere artigianali che sfruttano il lavoro minorile, con decine di migliaia di bambini impegnati nelle attività estrattive a mani nude.




Un aiuto potrebbe presto arrivare dalla tecnologia blockchain" che permetterebbe di scambiare dati e informazioni su registri virtuali aperti e distribuiti, molto difficili da falsificare grazie ai sistemi informatici impiegati per verificare le transazioni/operazioni lungo la catena.

Tra le possibili soluzioni per ridurre la dipendenza della mobilità elettrica dal cobalto, ricorda il JRC, c’è lo sviluppo di nuove ricette chimiche con un minore contenuto di questo elemento (batterie cobalt-free), oltre alla diffusione di sistemi di riciclo/recupero delle batterie usate.

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